Vittima del metaverso e della sua fragilità, Carlo (nome di fantasia) si è ucciso a soli 24 anni dopo aver scoperto che la sua fidanzata virtuale, conosciuta e frequentata in quello spazio “parallelo” di internet, era un uomo di 64 anni. Confidandosi con il fratello, Carlo aveva parlato qualche volta di questa sua ragazza, una certa Irene di Pesaro (lui è di Forlì), una studentessa in Giurisprudenza. Una amicizia che si è consolidata nel tempo, ma ovviamente senza contatti diretti nè foto nè video.
Il ragazzo si è fidato del profilo virtuale e solo dopo la sua morte i genitori sono venuti a sapere il perchè del gesto. Hanno indagato e scoperto che Irene era il falso nome dietro cui si celava il 64enne senza scupoli (“E’ stato solo uno scherzo” ha dichiarato l’uomo nell’aula del tribunale dove è stato giudicato). Denunciato, è stato condannato per sostituzione di persona: una pena pecuniaria di 825 euro. Il bello, sottolineano i genitori, è che l’uomo ha continuato con altri lo stesso gioco idiota che ha fatto con Carlo anche dopo la morte del giovane.