Un “cartello” che non si doveva fare. La Commissione Eu anche se in forma preliminare ha puntato il dito contro due banche, la tedesca Deutsche Bank e l’olandese Rabobank per aver suppostamente speculato sui titoli di Stato europei. Rischiano di pagare il 10% del loro fatturato annuo.
Nel 2016 due procure italiane, quelle di Milano e Trani, aprirono delle inchieste su quei vertiginosi aumenti dello spread. I tedeschi avrebbero venduto, in particolare, titoli italiani prima del crollo per poi ricomprarli successivamente. Le indagini non arrivarono a dimostrare questi fatti, ma in molti ritengono che la spirale speculativa sia cominciata da lì.
“La Commissione europea ha informato Deutsche Bank e Rabobank della sua opinione preliminare secondo cui avrebbero violato le norme antitrust dell’Ue colludendo per distorcere la concorrenza quando negoziavano titoli di Stato denominati in euro, SSA, Covered e Government Obbligazioni garantite” si legge nel comunicato Ue, che aggiunge: “Si teme che tra il 2005 e il 2016 le due banche, attraverso alcuni dei loro operatori, si siano scambiate informazioni commercialmente sensibili e abbiano coordinato le loro strategie di determinazione dei prezzi e di negoziazione durante la negoziazione di queste obbligazioni nel mercato secondario dello Spazio economico europeo. Questi scambi sarebbero avvenuti principalmente tramite e-mail e comunicazioni di chat room online”.
Bruxelles attende ora le “giustificazioni” dei due istituti bancari, poi, eventualmente, la multa come è capitato già a Crédit Suisse, Crédit Agricole, Bank of America Merrill Lynch, Nomura, UBS e UniCredit.