Investimento di cento milioni entro due anni sull’oleodotto triestino che convoglia il petrolio alle raffinerie austriache, tedesche e ceche (il traffico pre-pandemia era di 42 milioni di tonellate, si sta ritornando a quelle cifre). La metà sarà destinata al rafforzamento del Terminale Marino e del Parco Serbatoi, come ha annunciato il general manager Alessio Lilli, per accogliere navi di maggiore cabotaggio. Chi investe è il gruppo Transalpine Pipeline, formato da austraci (Omv, ha la maggioranza relativa), Shell, Rosneft Deutschland, Eni, Gunvor, ExxonMobil, Mero, Phillips e Total. Un investimento che è stato ritenuto necessario dopo l’embargo per il petrolio russo allo scopo di “spingere” le alternative per l’approvvigionamento energetico.
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