(articolo di Maurizio Verdenelli) – Ciccio Graziani superstar. Dal Qatar all’eroico mondiale dell’82 passando per Ascoli e concludendo con un ‘ritratto’ affettuoso di Pertini: “Un grande Presidente che non era però un asso nel gioco delle carte, come emerse dalla famosa partita a carte in aereo con Bearzot, Zoff e Causio…”.
Un ricordo, quello di un grande campione di calcio, che intervistato da Andrea Capretti (Radio sportiva) è diventato spettacolo sotto le dipinte volte del teatro ‘Verdi’ di Pollenza, per la regia di Overtime. Due ore intense ben ‘giocate’ dall’ex centravanti della nazionale campione del mondo in Spagna, ora popolare volto televisivo.
Ed ecco alcune chicche di una ben fornita ‘collana’ che ha strappato alla platea (in prima fila Susanna Graziani) applausi, commozione ed anche divertissement. Una galleria incessante di personaggi, gag ed episodi che fanno parte ormai di una fetta di storia italiana contemporanea. Una fetta bella.
Sul Qatar. “Un buon mondiale livellato in alto, ma che ha visto crescere la componente medio-alta”.
Su CR7: “Avrei fatto scelte diverse per il mio passo d’addio dalla scena del massimo campionato di calcio. Dire addio in ogni contesto al momento giusto è peraltro difficile come hanno dimostrato alcuni campioni di casa nostra”.
Cosa vi fece cambiare al mondiale ’82? “La musica. Il Camerun ci insegnò molto. Scegliemmo allora noi giocatori Battiato (Cuccurucu’) e Bearzot Peppino Di Capri (Champagne) e fu subito un’altra musica…”.
Paolo Rossi. “Li rincuorai prima del Brasile e predissi: segnerai. Dopo il 3-2 Pablito mi abbracciò”.
Giancarlo Antignoni: “Eravamo in camera assieme… che si rivelò la più sfigata. Lui a causa di un infortunio saltò la finale, io giocai solo 8′ per una brutta caduta. Mia moglie mandò via da casa nostra al mare parenti ed amici che si erano dati convegno assieme davanti alla tv”. (In platea Susanna ha confermato).
Leonardo Vecchiet: “Voleva farmi tornare in campo dopo 10′: il tempo di un’iniezione per togliermi il dolore. L’Italia in finale contro la Germania non poteva stare in campo in 10 neppure un minuto. Così entrò Altobelli, sempre pronto in panchina!”.
Costantino Rozzi: “Io e lui in panchina eravamo troppo! E lui era il presidente. Rozzi resta per me un grande protagonista, una persona meravigliosa. Dopo l’Ascoli calcio, come allenatore di una squadra divenuta popolare in tv ho poi e comunque raccolto elogi da colleghi come Ancellotti e Spalletti. Che si sono interessati ad alcuni miei esercizi preparatori innovativi”.
Poi il pensiero torna alla Spagna, a 40 anni fa. “Nessuno credeva in noi. Quando andammo a contrattare i premi per la vittoria finale, il presidente Sordillo ci disse subito di ‘sì’. Nessuno credeva in noi… solo noi stessi e ce ne rammaricammo noi della commissione interna: io, Tardelli, Causio, Zoff. Potevamo chiedere di più…”.
La chat dell’82. “L’abbiamo creata tra noi reduci. Ne fanno parte Federica Cappelletti, vedova di Pablito e Mariella Scirea, vedova di Gaetano”.
E l’intervistatore Andrea Capretti (nella foto di copertina), pure a nome del patron di Overtime, Michele Spagnuolo: “Ne faremo un focus alla prossima edizione del festival”.