Ma perchè contenersi? Nell’ormai cronica assenza della nostra Nazionale ai Mondiali di calcio, mezza Italia è diventata “albiceleste”. L’Argentina ha la stessa “garra” degli Azzurri, la stessa fortuna (quando va bene), la stessa passione. Lele Adani ci rappresenta (quasi) tutti. Lo fa come commentatore Rai e con frasi come queste: “Dribbla tutti, anche i cammelli del deserto, non lo prendono mai” in riferimento a “Leo Messi, il miglior 10, il miglior 9, il miglior 8, il miglior 7 in campo”.
Quando comincia la partita, Lele va in tance agonistica. “Aprite il cuore, cari telespettatori e ringraziate chi sta giocando per tutti quanti… Non lo vedono mai! Elargisce amore attraverso una palla”. Non si nasconde e per questo è stato subissato di critiche. Un cronista non può tenere una squadra invece che un’altra, preferire un giocatore, anche se questi è il più forte del mondo. Ma chi l’ha detto?
Perchè contenersi? Vale la pena spezzare una lancia per l’ex difensore di Brescia e Fiorentina. La neutralità, il footbally correct di tanti commentatori televisivi è di una noia mortale. “Di questo passo non potremo più dire niente” commentava il compianto Javier Marías, che infatti era un genio letterario e tante mediocrità non le sopportava.
E adesso che l’Argentina, la splendida macchina calcistica di Scaloni e Messi, è in finale, speriamo che Lele possa sfogarsi, urlare, magari tirare il microfono in caso di gol degli avversari. Perchè quella di Lele & Leo è in fondo solo un’amicizia, una bella amicizia che nasce dall’ammirazione.