Nessuna tregua. Neanche per il Natale ortodosso

“Una dichiarazione non credibile” ha detto il rappresentante Ue per gli Esteri, Josep Borrell. E a nulla è valso l’appello di Papa Francesco: “La nascita del Salvatore ispiri passi concreti che possano finalmente condurre alla fine dei combattimenti e alla pace”. Il Natale ortodosso non ha previsto alcuna tregua.

Accuse reciproche tra russi e ucraini (Putin aveva unilateralmente chiesto un cessate il fuoco fino alla mezzanotte di oggi). “Nessun patto fino a che l’ultimo russo avrà lasciato il nostro Paese” hanno fatto sapere gli ucraini. Continuano così gli scontri a fuoco, con l’Occidente che sta spingendo sull’acceleratore nel rifornire di armi Kiev. La Germania invierà a breve quaranta veicoli corazzati Marder e sistemi missilistici Patriot. Altri tre miliardi di dollari in armamenti da parte degli Stati Uniti.

Nel messaggio natalizio alla nazione il presidente ucraino Zelensky ha voluto rimarcare che “la nostra famiglia è più unita che mai, uniti nella fede in un’unica vittoria”. Mentre Russia e Ucraina si accusano a vicenda, Donetsk e Lugansk e a sud Zaporizhzhia e Kherson continuano a essere bombardate.

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