E’ un viaggio pericoloso, quello di Papa Francesco, il 40esimo dall’inizio del pontificato. La visita alla Repubblica Democratica del Congo è così complicata, soprattutto per la recente violenza contro obiettivi cristiani, che la tappa di Goma è stata cancellata nelle ultime ore. Ma il Papa ha voluto fortemente andare tra gli ultimi della terra, Congo e a seguire Sud Sudan, Paesi che vivono da troppo tempo in guerra e afflitti da grandi povertà pur essendo ricchi di risorse naturali (oro, cobalto, nichel, diamanti e il coltan, essenziale per la produzione di tablet e cellulari).
Mettere le due nazioni africane “sotto i riflettori” dopo anni d’indifferenza della comunità internazionale, affinchè l’opinione pubblica mondiale si ricordi di questi drammi, questo il principale motivo della visita apostolica. Giovanni Paolo II visitò queste terre nel 1985 quando la Repubblica Democratica del Congo era ancora conosciuta come Zaire. Qui è morto recentemente il nostro ambasciatore, Luca Attanasio, ucciso dai ribelli due anni fa con il carabiniere della scorta Vincenzo Iacovacci e l’autista del mezzo con cui stavano andando a Kivu. “Dobbiamo ascoltare la loro cultura: dialogare, imparare, parlare, promuovere” ha voluto sottolineare Papa Francesco prima di partire.