L’obbligo del cosiddetto Green Pass non è questione spagnola. Dopo l’ultima bocciatura, per “irregolarità di procedura”, del tribunale galiziano – per poter accedere a bar, ristoranti e locali notturni – la questione è a senso unico: la misura di prevenzione non si applicherà in tutte le Regioni. Già Andalusia e Cantabria avevano dovuto inchinarsi alle decisioni dei giudici. Da ieri in Italia è obbligatorio anche nelle mense aziendali. Era già vietato dal 6 agosto svolgere l’attività sportiva al chiuso senza lo speciale documento, oltre che entrare in luoghi al chiuso, come bar o ristoranti, ma anche in palestre, piscine, musei, fiere, sagre e concerti.
Il Governo italiano ha esteso l’obbligo del Green pass anche per poter viaggiare con treni di lunga percorrenza e aerei e a studenti universitari e personale delle scuole. In Francia il green pass è obbligatorio per entrare in bar e ristoranti, cinema, teatri, ospedali e parrucchieri e per viaggiare. Il pass serve in tutta Europa per spostarsi fuori dai confini nazionali, ma poi ogni Paese fa come vuole. In Portogallo serve anche per stare in hotel, in Grecia e Austria è richiesto anche nei ristoranti. Misure più strette in Danimarca in cui è obbligatorio quasi ovunque: nelle partite di calcio, in uno stadio non potranno stare più di demila persone senza il certificato.