Holly Golightly (Audrey Hepburn) attrice interprete principale nel celebre e pluripremiato film “Colazione da Tiffany’s” (1961) indossava un raffinato tubino nero, un’icona della più fine eleganza. Capo di abbigliamento che, secondo il sondaggio del popolare quotidiano Daily Mail, non dovrebbe mai mancare dal guardaroba di una donna. “Lei indossava un abito nero, aderente e fresco, portava sandali neri e una collana di perle”.
La tradizione sartoriale a Passo di Treia ha origini antiche, sarte e sarti artigiani confezionavano capi di abbigliamento fatti rigorosamente a mano, per persone di ogni età. I negozi di abbigliamento perlomeno presenti nelle città vicine più popolose, pur essendo forniti di tutti i capi ed accessori inerenti alla sartoria, non erano accessibili per gran parte della popolazione dell’epoca, i prodotti esposti risultavano una spesa troppo onerosa per il bilancio familiare, pertanto per le esigenze attinenti al vestiario personale si doveva far ricorso al sarto o alla sarta locale che applicavano prezzi sicuramente più vantaggiosi.
I sarti dell’epoca curavano la manifattura dei capi commissionati nella loro classica bottega, che in genere era ubicata nell’abitazione di residenza, tuttavia, pur di incrementare il fatturato, la “missione” del sarto prevedeva un’ulteriore mansione, ovvero quella di andare a procacciare eventuali ordinativi nelle campagne circostanti alla borgata, un’iniziativa da considerare come una sorta di antesignana “porta a porta” (nel secolo scorso le campagne del Comune di Treia, prima dell’avvento del boom economico erano ancora densamente popolate, sino alla fine degli anni ‘60 pochissime famiglie potevano disporre di un mezzo di locomozione per arrivare al un centro abitato più vicino).
Il sarto o la sarta, ovviamente, per confezionare il capo commissionato avevano bisogno della materia prima, il tessuto, il foderame e gli accessori vari, materiali che in genere venivano portati dal cliente commissionante oppure, in alternativa, veniva proposto ed eventualmente fornito dall’artigiano attingendo dalla sua scorta di magazzino.
Proprio per questo tipo di esigenza, la reperibilità della materia prima, gli abitanti della borgata passotreiese non poterono assolutamente prescindere dall’effettuare acquisti nella famosa drapperia dei coniugi Enzo (Raffaele il padre di Enzo, gestiva insieme alla moglie Firmina, detta Mimma, un negozio di generi alimentari) ed Elia Borgiani, che fondarono l’attività nella metà degli anni ‘50.
Enzo (in realtà il nome vero era Giovanni) come era di consuetudine in quegli anni andò ad imparare il mestiere a San Severino, ed una volta appresi tutti i segreti dello stesso diede il via ad un’attività che raggiunse il brillante traguardo superando mezzo secolo di vita.
Il negozio era ubicato in C.so Garibaldi, 89 in un’elegante palazzina caratteristica per i suoi mattoncini smaltati di color verde collocati sulla parte alta della facciata dell’immobile. Le stoffe e tutti gli altri articoli erano esposte al piano terra ed al primo piano, ove la clientela aveva la possibilità di valutare e scegliere, grazie alla competenza dei titolari ed il personale, tra una vasta gamma di prodotti di qualità.
Oltre al negozio dei tessuti, di fronte, al lato opposto della strada, i Borgiani avevano avviato un altro locale dedicato alla vendita di biancheria per la casa ed intima, e questa iniziativa ebbe un tale successo che i novelli sposi, dopo aver acquistato tutto l’occorrente, venivano trasbordati alla cerimonia nuziale con un’auto messa a disposizione dalla premiata ditta dei Borgiani, una fiammante autovettura Lancia, ove l’autista incaricato era Emilio, il figlio dei titolari.
L’atelier dei Borgiani, grazie all’ampia gamma ma, sopratutto, grazie all’alta qualità dei prodotti offerti, riuscì ad acquisire nel tempo una vasta popolarità, sta di fatto che nel corso degli anni le pregiate drapperie furono disponibili non solo per gli abitanti locali, ma anche per una folta clientela proveniente da diversi comuni della provincia, in particolare da Macerata.
Per diversi decenni la boutique dei Borgiani è stata una vera e propria eccellenza per il territorio del comune di Treia e non solo, questa attività grazie al prestigio conseguito nel tempo, rappresentò un punto di riferimento per un certo tipo di clientela intenditrice ed esigente. Tuttavia come tutte le belle storie legate alle attività di successo anche il negozio dei Borgiani chiuse definitivamente i battenti verso la fine degli anni duemila. Oggi l’immobile, dal 2011 circa, è la sede di un importante studio tecnico locale.