La democrazia va al televoto

​Gli italiani hanno finalmente ciò che da sempre sognano: un programma di canzonette (molte delle quali orribili come al solito) che esercita però, nella settimana in cui viene trasmesso, come un vero e proprio Parlamento. Al festival di Sanremo ormai le melodie sono rimaste come scusa per fare o dire altro.

La presentatrice di ieri sera, la giornalista Francesca Fagnani, ha fatto​ un monologo sul sovraffollamento delle carceri attaccando di fatto il magistrato Nicola Gratteri (che ogni giorno, lottando contro la mafia, rischia la vita) invece che annunciare gli artisti in gara.

Un altro noto intellettuale del nulla, tal Fedez, famoso per essersi sposato con l’influencer Chiara Ferragni (l’autrice del monologo dell’altroieri, un temino che aveva scritto alle elementari prendendo sette meno), ha attaccato dal palco la ministra per la Famiglia, Eugenia Rocella, il viceministro per le Infrastrutture, Galeazzo Bignami, Matteo Messina Denaro e il Codacons. Il Papa quest’anno si è salvato.

Fortuna che le canzoni durano pochi minuti. Nella prima serata l’inossidabile Roberto Benigni ci aveva spiegato per l’ennesima volta, a pagamento, la Costituzione (che evidentemente conosce solo lui). Per tutti, applausi e assegni già firmati.

​E’ ormai chiaro che bisogna sostituire le Camere con Sanremo e il suo televoto. Per una ragione evidente: ormai nessuno ha più voglia di leggere e informarsi e dunque, almeno una settimana all’anno, è bene fare il riassunto delle cose importanti successe (un vero e proprio Bignami – no, non è il politico attaccato dal rapper – della democrazia). E poi Sanremo ha spaccato, non solo negli ascolti, ma anche nel format, prima e unica rassegna di canzoni italiane in cui la musica è diventata superflua. Richiamate il maestro Vessicchio!

Ma è un fatto in particolare che vorremmo sottolineare. Abbiamo avuto la conferma che la democrazia non è in pericolo, al contrario di quanto alcuni blaterano dal palco dell’Ariston. La dimostrazione è la gran quantità di cazzate che possono sparare liberamente ogni anno illustri sconosciuti che si credono Napoleone o Robespierre. Andranno anche loro al televoto.

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