Le parole sono pietre, ma chi dalla propria comfort zone le lancia nell’affamato mondo dei social, pensa che non facciano male. Spera che colpiscano l’obiettivo, chiaro, ma poi ne dimenticano gli effetti, un’ora dopo, un minuto dopo.
Se poi il bersaglio è lontano – in questo caso Paola Egonu, campionessa di pallavolo che, dopo la comparsata di Sanremo, è volata a giocare in Turchia, per poi ritornare a Milano, con un sontuoso contratto fra le mani – tanto vale provarci. Riferiscono le reti sociali che il presidente del Consiglio comunale di Camerino, Cesare Pierdominici, si sia scagliato contro la star sportiva, la “paracula” come la definisce. Colpa della Egonu essere ritornata in Italia dopo che dal tempio delle canzonette in diretta planetaria aveva definito il nostro Paese “razzista e sessista”.
E fin qui, a parte il linguaggio poco ricercato, poco brillante, poco tutto insomma, potremmo chiudere un occhio. Ma è sull’escalation dei commenti a margine del post, scritti apposta per navigatori seriali che fanno dell’odio la loro ragione di vita, che il politico è andato in tilt. “Stessa dentatura di un’altra paracula” scrive il camerte, facendo ovvio riferimento alla neoeletta segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein.
Qui sta l’inconsistenza del messaggio, la vacuità del tempo che viviamo. Il potenziale difetto fisico, sempre cercato. L’offesa, come se Egonu e Schlein fossero solo quello, una dentatura, e giudicabili per essa. Il tentativo di mettere insieme mondi diversi e situazioni opposte, in nome di un’antipatia radicata. Insomma, la profonda notte della ragione.