(articolo di Maurizio Verdenelli) – “Sgarbi, chi è costui?!”. Il niet di Adriano Vissani, sindaco di San Severino Marche, aveva avuto l’amaro sapore per un’altra sfida da accettare. Se il suo libro non fosse stato presentato in teatro, si sarebbe trovata un’altra sede per il giovane critico d’arte ferrarese in forte ascesa. Per i buoni e volenterosi uffici di un locale dirigente socialista, il ‘compagno’ Natalini, la pubblicazione venne alfine presentata nell’ampio auditorium delle scuole elementari. Praticamente sold out. Tanto da far scattare tutti i ‘campanelli’ nella formidabile testa della lider maxima del Garofano settempedano, Liana Lippi.
“Ho trovato la persona giusta per battere la Dc alle prossime comunali” telefonò Liana al sindaco civitanovese Ivo Costamagna, allora n.1 del partito in provincia. Candidatura blindata su un duplice ma concorde binario: da una parte l’aspettativa di battere la Vandea bianca, dall’altra quella di portare guerra in casa (cfr Premio Salimbeni) di Federico Zeri, l’amico che poi ‘gli aveva camminato sopra il cuore’.
Sgarbi aveva riscosso un grande successo alle urne, tuttavia diventando sindaco ‘dopo’ alla guida di un monocolore dc. Una sconfitta poi risoltasi in vittoria come alle Politiche quando battuto dall’osimano Giacco (per la pubblica esultanza di Romano Prodi) era ugualmente entrato in Parlamento dalla porta calabrese.
Il niet di Vissani (“Per carità, nulla di personale, il teatro era già impegnato”) avrebbe aperto la porta ad una storia di vera amicizia in questi ultimi quarant’anni. Sgarbi sindaco, assessore, curatore è stato (ed è) un autentico innamorato della Grande Bellezza di San Severino e la città mai si sarebbe dimenticata di lui.
Anche se il Feronia – ha riconosciuto lui stesso – ieri sera non ha registrato il tutto esaurito di altre volte, il feeling, la massima attenzione verso la sua ‘lezione magistrale’ su Antonio Canova non sono certo mancate. Una vicenda affascinante quella del Genio veneto intessuta su quella della varia fortuna dei critici d’arte, di Amore e Psiche e di una scoperta dello stesso Sgarbi. Che sul palco del Feronia, che un giorno lontano gli venne negato, ha presentato il suo elegantissimo volumetto su ‘Antonio Canova e la bella amata’.
Tuttavia l’anteprima, introdotta da Daniele Pallotta, è stata un po’ la restitutio ab integrum del Giovin Vittorio, ora settantenne. Il ‘pentimento’ di Vissani, le porte aperte di Rosa Piermattei, i ricordi settempedani di Sgarbi. Tanti nomi che hanno collaborato con lui, che dissero sì. Un’eccezione: quella dell’amico di sempre, Raffaele Curi, da Potenza Picena, direttore artistico della Fondazione Alda Fendi a Roma. “Vittorio? Un genio, ma come suo assessore settempedano sarebbe stata durissima” dice Curi cui anni fa il principe Carlo, ospite di Spoleto promise l’invito alla sua incoronazione da re.
Intanto, già da ieri sera dal palco del Feronia i rumors per i suoi ennesimo ritorno alla guida della città. Presto, fra 3 anni quando scadrà il secondo mandato dell’amica Rosa Piermattei.