Cerimonia d’intitolazione dell’area verde attrezzata di via Goito, dietro la chiesa di San Giuseppe, ad Anna Frank, “la giovane ebrea tedesca, divenuta simbolo della Shoah” si legge sulla targa, ieri a Civitanova nell’ambito delle celebrazione del 25 aprile. Presenti il Presidente del Consiglio Comunale Fausto Troiani, il Sindaco Fabrizio Ciarapica, il Presidente Anpi locale Francesco Peroni, consiglieri comunali, autorità civili e militari e cittadini.
Dopo lo scoprimento della targa da parte del Sindaco, insieme al consigliere comunale Francesco Micucci, è stato Giorgio J. Pollastrelli, presidente della Commissione Toponomastica a prendere la parola. “Con la Giunta – ha detto – abbiamo voluto dedicare questo Giardino, primo in Provincia di Macerata e non solo, ad una adolescente come Anna Frank affinché le giovani generazioni ricordino e non dimentichino l’orrore dell’antisemitismo nazi-fascista. Anna stessa è diventata il simbolo di più di un milione di bambini e ragazzi ebrei che morirono nell’Olocausto. Il suo Diario, scritto quando si nascondeva dai nazisti e pubblicato per la prima volta nel 1947 rimane una delle opere più lette al mondo”. Pollastrelli ha citato una frase del diario di Anna Frank: “Quel che è accaduto non può essere cancellato, ma si può impedire che accada di nuovo”.
La banda cittadina ha intonato l’Inno Italiano ed il silenzio “per ricordare Anna Frank ed i tanti, troppi bambini morti nel lager nazisti solo perché ebrei”. Durante la cerimonia a ricordare chi era Anna Frank è stato Vito Mancini dell’Anpi: “Anna Frank era una bambina che sarebbe voluta diventare giornalista, cronista, scrittrice e lo fece perché nel suo rifugio con la radio segreta disegnava i punti dell’avanzata degli alleati e scrittrice lo è diventata dopo la morte, quando quegli appunti vennero restituiti al padre”. Di quel Diario sono state lette alcune frasi. “‘È davvero meraviglioso che io non abbia lasciato perdere tutti i miei ideali perché sembrano assurdi e impossibili da realizzare. Eppure me li tengo stretti perché, malgrado tutto, credo ancora che la gente sia veramente buona di cuore”.