”La carriera del cantante lirico è molto chiusa, è un quadrato dal quale non si può uscire. Molti devono dedicarsi ad interpretare solo un compositore o un repertorio di una specifica epoca. Io invece per tutta la mia vita ho voluto realizzare un progetto in cui la gente possa rendersi conto che un cantante lirico può fare anche altre cose”. Poliedrico e talentuoso, il baritono e compositore Diego Zamora non ha mai avuto paura di proporre la novità, specialmente quando questa è un’operazione colta, come quando si mettono insieme la lirica con la canzone tradizionale latina.
Con questa offerta culturale di grande spessore ha conquistato premi in tutto il mondo (al Festival di Salisburgo come alla statunitense Metropolitan Opera House) e incantato platee com’è successo nei giorni scorsi a Roma nel “Concierto desde la mitad del mundo” (Concerto dalla metà del mondo) dove ha interpretato un’aria della “Carmen”. Partners di scena sono stati il soprano dell’Opera di Roma, l’ecuadoriana Carolina Varela (magistrale in una composizione barocca di Handel) e la trombettista María Valencia.
Nel giorno della commemorazione della battaglia di Pichincha, Zamora ha dimostrato quanto l’Arte vera non abbia bisogno di confini e steccati. L’opera è certo viva nella sua versione purista, ma anche nella sua coniugazione contemporanea che ”rompe gli schemi”. Con un talento indiscutibile, il baritono ha portato la sua Cuenca e l’Ecuador a farsi apprezzare nel mondo e per questo il ministero competente del suo Paese lo ha nominato recentemente Ambasciatore Turistico dell’Ecuador. Come ha sottolineato, all’atto della nomina, la sottosegretaria dello Sviluppo Turistico, María Eulalia Mora: “ill vincolo tra Cultura e Turismo è indiscutibile”.