Lavori che vanno dal 1993 ad oggi in una mostra a cura di Luca Pernici (per tutto luglio, tutti i giorni dalle10,30 alle 12,30, martedì, venerdì, sabato e domenica dalle 17 alle 19,30, martedì, sabato e domenica dalle 21 alle 22,30: è l’omaggio a un grande marchigiano, l’artista Carlo Iacomucci, che nelle incisioni trova la sua più alta espressione artistica.
Il luogo prescelto è lo spazio espositivo monumentale di S. Spirito, a Cingoli, con inaugurazione questo sabato alle ore 18. La mostra è promossa e organizzata dal Comune, con il patrocinio della Regione Marche e della Provincia di Macerata e con la collaborazione della locale Pro Loco e del circolo Filatelico numismatico PIO VIII.
Carlo Iacomucci è nato ad Urbino nel 1949, dove ha frequentato l’Istituto Statale d’Arte, meglio noto come Scuola del Libro. Dagli anni Ottanta e fino in tempi recenti per brevi periodi si è spostato all’estero, realizzando disegni a china e acquerelli a Parigi, Praga, Strasburgo, Belgio, Olanda e a Londra. Nel corso della sua lunga e prestigiosa carriera ha ottenuto tantissimi riconoscimenti: Marchigiano dell’Anno, Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana per motivi artistici e culturali.
Nel 1999 è uno dei fondatori della Galleria d’Arte Contemporanea della Fondazione “Il Pellicano” dei Trasanni di Urbino. E’ stato altresì professore di discipline pittoriche e di Educazione delle Arti Visive dal 1973 al 2008 all’Accademia di Belle Arti di Lecce poi al Liceo Artistico di Varese e di Macerata. Ha partecipato a tante mostre importanti, quali: la 54esima Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia e la Biennale Arte Contemporanea “Premio Marche 2018”. Due anni fa a Jesi la personale “The Resilience Of Art – Il viaggio di Carlo Iacomucci fra pittura e incisione” a cura di Gabriele Bevilacqua.
Nel libro d’arte-catalogo della mostra, che si apre con uno scritto augurale del Sindaco Michele Vittori e dell’Assessore alla Cultura del Comune di Cingoli Martina Coppari, oltre alla presentazione del curatore Luca Pernici, figurano interventi e note critiche di Loretta Fabrizi, Giovanni Filosa e Patrizia Minnozzi.