Marzo 1992, nel pieno della mia battaglia per la libertà delle donne di essere insieme lavoratrici e madri. Come sindacalista Cisl avevo denunciato l’orribile e sopratutto illecita prassi nel comparto manifatturiero maceratese di far firmare alle dipendenti assunte una lettera di licenziamento in caso di gravidanza. La mua ‘battaglia’ rilanciata da Enzo Biagi dagli studi Rai avevano trovato sulla grande stampa italiana ed europea una profonda eco. E profondo sdegno nella opinione pubblica.
La DC era in piena bufera con l’emergere della vicenda giudiziaria di ‘Mani Pulite’. A conclusione, ricordo, di un’udienza concessa da Giovanni Paolo II alla Arcidiocesi di Camerino-San Severino Marche, nella cui area erano accaduti i fatti da me denunciati (anche se all’udienza non se ne sarebbe parlato ma non così in seguito da parte del Papa) mi imbatto con l’on. Arnaldo Forlani, anch’egli presente all’incontro come politico marchigiano. Ne approfittai per domandargli forse un po’ sfrontatamente, in quei giorni di mia notorietà nazionale, se alla Dc avevano seguito la vicenda delle lavoratrici madri maceratesi. Forlani mi rispose ‘sì’ ma tuttavia aveva creduto fosse la battaglia di qualche sindacalista di sinistra. Gli risposi che tutto si doveva in realtaà a me, sindacalista della CISL e di appartenenza totalmente cattolica.
Orgogliosamente non aggiunsi altro, lasciando un po’ interdetto il futuro candidato (in quello stesso 1992) alla Presidenza della Repubblica. Di questo in seguito un po’ mi pentii. Era vero che il pullman dell’arcidiocesi non avrebbe atteso la fine del mio dialogo con Forlani, ma pure vero che mi ero indispettito come la Dc fosse sostanzialmente all’oscuro, nonostante il tam tam dei giornali, delle ‘radici’ di una lotta tanto importante per il progresso del Lavoro e della condizione femminile. In realtà la Democrazia Cristiana si trovava ormai alle porte di fatti tanto tragici che ne avrebbero segnato la sua stessa fine. (Giovanni Santachiara)