Alberto Núñez Feijóo, leader del Partito Popolare, si è affrettato a sottolineare che “cercherà un dialogo per governare il Paese”. Il PP, conquistando 136 seggi alle elezioni di ieri contro i 122 del PSOE, è il primo partito di Spagna. Ma mai il numero uno di Calle Genova avrebbe pensato di pronunciare queste parole. I sondaggi davano ai Popolari e all’ultradestra di Vox una (quasi certa) maggioranza assoluta, oltre i 176 seggi. E invece gli spagnoli hanno votato a sorpresa, ridando fiducia ai Socialisti, che guadagnano due seggi, e bocciando sonoramente le nostalgie di Santiago Abascal, precipitato da 52 a 33 seggi.
L’unica certezza di questa tornata elettorale è che il Paese non vuole tornare indietro e bene avrebbe fatto Feijóo a smarcarsi da Vox e da facili scorciatoie. Oggi, nonostante la maggioranza, il PP poco può fare per formare un Governo.
Dopo la grande paura, esulta invece il centrosinistra. “Oggi la gente dormirà più serenamente, la democrazia ha vinto e ne esce più forte. Abbiamo un paese migliore” ha commentato la leader di Sumar, Yolanda Díaz. Ha avuto poco tempo per mettere in campo una piattaforma di sinistra che ereditasse anche i voti dell’ormai scomparso Podemos. Trentuno seggi conquistati, appena due in meno di Vox. “A partire da domani, dobbiamo continuare a conquistare diritti e promettiamo di continuare a farlo. Più diritti per le donne, le persone LGTBI e le lavoratrici e le lavoratrici” ha aggiunto l’ex vicepresidente.
Esulta anche Pedro Sánchez che potrebbe essere confermato alla guida del Paese. Sarà difficile, ma non impossibile: gli indipendentisti, il cui appoggio sarebbe necessario a formare un nuovo Governo, non gli regaleranno certo i voti (a Barcellona a urne chiuse hanno già inventato lo slogan “O Cataluna o Vox”).
“Il blocco di Partito Popolare e Vox è uscito sconfitto. Siamo molti di più noi che vogliamo avanzare” ha detto Sánchez di fronte ai suoi sostenitori al grido di “No pasaran”. Fanno riferimento anche all’Europa, sempre più orientata a destra. Ma questo voto potrebbe mettere fine a certe strategie internazionali. E con i voti all’estero, che saranno scritinati nei prossimi giorni, i Socialisti potrebbero incrementare, in termini di seggi, il proprio bottino.