Sla, le testimonianze del dolore. In ricordo di Aldo Canovari

(articolo di Maurizio Verdenelli) – Sul palco (poi in platea) del ‘Lauro Rossi’ domenica in scena il teatro vero e dolentissimo della vita, della morte, della malattia. Brividi, emozione, lacrime che non si trattengono nel dolore, nella testimonianza, la voce che s’incrina, che non ce la fa più ad andare avanti. Vite distrutte tuttavia piene di coraggio, così come le morti stesse. Il coraggio dei malati che sono consapevoli di avere a che fare con un nemico spietato sino alla fine, che non darà scampo ne’ speranza. 

Il dottor Francesco Ottavio Logullo

“Mio marito medico lo comprese subito, e subito io mi unii a lui” racconta sul palco Lorella, infermiera caposala. Michela riesce a leggere con grande fatica; soffocando dentro di sè ad ogni passo la voglia di piangere, la ‘pagina’ scritta nell’eternità dolorosa di tre giorni, dal fratello Sergio. Con cui personalmente ho condiviso campagne comunicazionali di successo (lui genio dell’informatica) e mi commuovo anch’io un po’ pur abituato da 56 anni ad un mestiere che mi ha fatto conoscerere il dolore degli altri e scriverne. Parlano del loro papà, l’editore Aldo Canovari, le due figlie.

Il dottor Emanuele Iacobone

Ad Aldo è dedicato l’evento nella giornata della Sla (‘Il racconto oltre la malatta. Quando la scienza si incontra con l’arte di vivere’). Sul palco c’è l’amatissimo dottor Francesco Ottavio Logullo. In tanti sono venuti in teatro per dirgli: Grazie Dottore. Con lui, il suo successore alla direzione di Neurologia di Macerata, dottor Emanuele Medici. Altri protagonisti: il primario rianimatore Diego Gattari, la dott.ssa Marina Lombardello (cure palliative), i dott. Fabrizio Rao (pneumologo), Michela Coccia (Centro Nemo), Roberto Scendoni (medico legale). E il celebre prof. Adriano Chiò (Università di Torino). 

Il prof. Adriano Chiò (Università di Torino)

Lo stato dell’arte della terapia ci dicono che in fondo al tunnel della Sla la speranza non è solo, montalianamente, un imprevisto. Il dottor Emanuele Iacobone, rianimatore/anestesista, anch’egli organizzatore dell’incontro: “L’evento aveva come obiettivo far conoscere questa terribile patologia, illustrare cosa stiamo facendo e far sapere a che punto è arrivata la ricerca. Vogliamo assistere i ‘nostri’ malati  non solo da un punto di vista clinico ma anche provare a costruire rapporti di assistenza con le associazioni per tentare di rispondere alle loro necessità non cliniche. Spero che la Giornata sia servita alle famiglie a sentirsi un po’ meno sole e magari a trovare risposte ad alcuni dei loro mille bisogni”. Commossa la vicesindaca Francesca D’Alessandro: “Siamo a fianco di iniziative di tale livello ed intensità. Ne siamo anzi orgogliosi e le sosteniamo con tutto il cuore”. (In copertina: La vicesindaco Francesca D’Alessandro con i dott. Francesca Petrelli e Emanuele Iacobone)

Share:

Facebook
Twitter
Pinterest
LinkedIn
On Key

Related Posts