Dino Pagliari e la sua grande amicizia con “Briscoletta” (che ieri gli ha dato una mano da lassù)

(di Maurizio Verdenelli) – Amarcord & ricorsi storici. Che rimbalzano nella platea dei ‘diversamente giovani’ cronisti di appena ieri venuti a ‘conoscere’ il ‘nuovo’ allenatore della Maceratese. E chi non ricorda e non ha un aneddoto di cui far memoria con Dino?! Praticamente tutti. “Resto giovane perchè sono sempre tra i giovani” chiarisce.

Qualcuno contabilizza gli anni dell’ultima volta di Pagliari trainer biancorosso: sono 24/25. Appena dietro l’angolo! Ed allora emerge all’improvviso quella orribile notte di Halloween quando Stefano, Ettore e tutti gli altri Ultras deposero lumi e fiori davanti al portone del Comune, per piangerLo. Il giorno dopo allo stadio venne distribuito il giornale della Maceratese: in prima pagina c’era Lui, il più amato tra chi amava la Maceratese. Alla quale in decenni aveva dedicato gli scatti più belli di una carriera unica e leggendaria con scoop fotografici nazionali sulle pagine de ‘Il Messaggero’. Tra queste grandi esclusive, due su tutte: il caso Isidori e il Giallo dei Sibillini, definito dalla stampa inglese il Giallo per eccellenza del dopoguerra.

Il respondabile dell’ufficio stampa della Rata, Benedetto Verdenelli, mister Dino Pagliari e il giornalista Maurizio Verdenelli

Dino si commuove al pensiero dell’amico fraterno. E a quando, esattamente 25 anni fa (a fine ottobre 1998) la domenica successiva alla sua tragica fine – investito a Villa Potenza mentre chiudeva a chiave l’auto – dedicò la vittoria  contro il Sassuolo per 3 a 1 a Pietro Baldoni. 

Pitero Baldoni, in arte Briscoletta

Al nome di Pietro, Dino avrebbe poi riservato da allenatore della Fermana, un’altra vittoria. Si commuove Pagliari, alza gli occhi sopra di sè e dice: “C’è da credere che Pietro tifa ancora da Lassù la  Maceratese, la squadra della sua amatissima città. Ed e’ certo che continuerà a starci vicino”. Il pareggio al ’95 a casa del fortissimo Montecchio, siglato da Giorgio Pagliari (nipote di mister Dino e figlio di Giovanni) sta a dimostrare che il nuovo corso biancorosso è nato sotto una buona stella. E che il cuore grande della Maceratese si è identificato in quello della famiglia Pagliari che tanto ha dato e continua a dare alla causa della Rata. 

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