Pittore colto e fruitore d’arte sin da piccolo per tradizione familiare (suo è l’Archivio Collezione Ghigi-Pagnani), il ravennate Roberto Pagnani ha studiato a lungo e vissuto gli ambienti culturali informali in Italia e Europa. L’acqua non si palesa negli ambienti marini nelle opere di Pagnani, sospese tra realtà e la visione di essa. Si è spesso al di qua d’una duna che ne occulta la visione, la fuga, la vastità schiacciante quanto inutile per il discorso intimo che l’autore sta intrattenendo con sé stesso e con noi: si sa, si ha la sensazione certa che ci sia, dev’esserci lì a un passo. Ma non si vede.
Domenica 4 febbraio 2024 alle ore 17,30 si inaugura la sua retrospettiva (fino al 7 marzo) presso Pallavicini22 Art Gallery a Ravenna: “Amnesie (2015-2023)” a cura di Claudia Agrioli e con testi critici di Francesco Bianchini e Luca Maggio.
Protagonista di numerose mostre anche all’estero, hanno scritto dell’artista critici del calibro di Franco Bertoni, Beatrice Buscaroli, Michela Ongaretti, Aldo Savini, Serena Simoni e Claudio Spadoni. Importanti sono anche le sue collaborazioni con il mondo del teatro e della musica quali, ad esempio, la realizzazione di scenografie o installazioni pittoriche per concerti. Ha illustrato, inoltre, testi e pubblicazioni poetiche di Cetty Muscolino, Valerio Fabbri, Nevio Spadoni, Stefano Simoncelli ed Eugenio Vitali.
Opere sue sono presenti in numerose collezioni pubbliche e private, tra cui la Biblioteca F. Trisi di Lugo, la Sede dell’Autorità Portuale di Ravenna; l’Istituto di Cultura Italiana di Vilnius, la Sede dell’Assemblea Legislativa della Regione Emilia Romagna a Bologna, l’EEA (European Environment Agency) di Copenhagen, la Sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Imola, il Museo della Marineria di Cesenatico.