“Abbiamo poche idee”. Lagioia contro il sistema culturale. Ma non tutti sono d’accordo

D’accordo, la mostra su Tolkien “è veramente brutta”, ma, scrive Gianluca Marziani in un commento su Artuu, contestare le mostre italiane è sbagliato. “I difetti sono ancora tanti, le manchevolezze vanno colmate, la mediocrità della politica è un problema, la comunicazione unitaria latita, troppe voci inadeguate dicono la loro, le brutte mostre non mancano mai: però non esiste alcuna deriva fascistoide, siamo lontani da qualsiasi ipotesi di pensiero unico, i curatori bravi e svegli portano a casa i progetti alle loro condizioni, così come i direttori fanno ancora i capitani che guidano il museo tra le onde del destino”.

Una posizione netta, quello dello scrittore, in risposta a un articolo di Nicola Lagioia uscito sulla rivista “Lucy sulla cultura” in cui se la prendeva con la scarsa offerta culturale in Italia. “Non siamo competitivi a livello istituzionale. Abbiamo poche idee. Preferiamo i fedeli ai talentuosi”. E il risultato è “l’obsolescenza mentre il resto del mondo va avanti… A livello nazionale, regionale, comunale, provinciale”.

Parole che hanno avuto, pochi giorni fa, un eco notevole per la riconosciuta importanza nel mondo della Cultura di Lagioia, già direttore della Fiera del libro di Torino. Marziani gli rimprovera “poca conoscenza reale della rete di esposizioni che si espandono su un territorio (unico al mondo) di città e piccoli centri, lungo un intreccio virtuoso che distribuisce contenuti straordinari nei luoghi di ogni tipologia e storia”.

Continua Marziani: “Dove non si possono costruire mostre per un turismo globale a rapido transito si agisce allora con maggiore frammentazione, esaltando il nostro genius loci e un legame Natura/Architettura che ci pone ancora nel cuore poetico del Grand Tour (con gps annesso).Il bello dell’Italia è la capillare distribuzione dei progetti, un arcipelago inesauribile che intreccia grandi musei e gallerie civiche, gallerie internazionali e spazi di ricerca, coworking creativi e fondazioni per ogni gusto e tendenza, palazzi nobiliari con l’arte all’interno e parchi per sculture all’esterno, quartieri rigenerati con l’arte urbana e festival pieni di arte visiva, installazioni spontanee e graffitismo (non molti sanno che Roma è la città del mondo che ha conservato più muri e tag anni Ottanta, diventando così il primo museo aperto della Street Art), musei aziendali (altra nostra realtà straordinaria) e musei tematici”. 

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