L’eredità di Don Branchesi. La polenta per unire le genti (e parlare di ricostruzione)

(articolo di Maurizio Verdenelli) – Per amore di Viola, tenera testimonial a quattro zampe che ha accompagnato le ondate dei visitors; per amor del Cielo (dove il Comitato ha notoriamente un Santo) che ha indirizzato la lancetta del meteo sull’azzurro dribblando l’alluvione marchigiana e sopratutto per amore di vergare & vergari: comincia dunque da 3 la narrazione del record dei record stabilito dalla 48. Sagra della Polenta a Santa Maria in Selva, Treia.

Don Giuseppe Branchesi

C’è un dato a spiegare il tutto. Domenica mattina Marina & C. pur a malincuore hanno dovuto informare le lunghe fila degli aspiranti al pasto domenicale che la polenta (non già il resto del cibo) stava rapidamente esaurendosi nonostante gli ‘straordinari’ garantiti dai paiuoli elettronici. E che pur nell’aria miracolosa dell’antica grancia dell’Abbadia di Fiastra non erano prevedibili moltiplicazioni dell’oro giallo in piatto di plastica. Già l’oro di Loro di S.Maria in Selva con tanti giovanissimi finalmente ‘coscritti’ in t-shirt gialla, la divisa del polentaro treiese.

Il ‘miracolo’ in fondo sono stati loro: i protagonisti di una piccola comunità che hanno raccolto una popolazione di visitors dieci e dieci volte e piu. superiore a quella autoctona. E che a raccogliere l’eredità di Gianni, Gabriele (più di uno), Federico, Tonino, Marco, Maria Pia, Marina e tante/i altri ci sono – una volta tanto, udite, udite – le nuove generazioni.

A macchine spente, il Comitato parrocchiale ha commentato sui social: “La stanchezza e’ tanta… anzi tantissima! Ma è stata ampiamente appagata con la presenza di tantissime persone che hanno voluto partecipare… giunte da ogni dove!! Che dire… se siete stati soddisfatti, noi lo siamo stati altrettanto! Il Comitato ringrazia TUTTI L’Amministrazione comunale, la Stazione Carabinieri, la Polizia Locale, la Protezione Civile e la Pro Loco di Treia, gli amici della Pro Camporota, gli amici operatori dell’Associazione DI BOLINA, gli amici dell’A.S.D. U.S. Abbadiense, i cresimandi, i ragazzi della Parrocchia, i parrocchiani, gli amici di SMIS, gli amici giornalisti, i gruppi folkloristici e musicali, gli sponsor, gli amanti del burraco, della briscola, delle vespe, delle 500, della pesca di beneficenza, del  gioco della ruota, noi con la supervisione di Don Peppe dal Paradiso e del nostro parroco e presidente Don Igino sempre presente e vigile a far sì che tutto andasse bene! L’appuntamento è per Settembre 2025 – 49’ Sagra della Polenta”.

Venanzo Ronchetti ‘il Sindaco del Terremoto’ ospite d’onore della 48. Sagra di S.Maria in Selva, con il giornalista Maurizio Verdenelli

Ospite d’onore dell’ultimo giorno di Sagra, al microfono del conduttore Matteo Pasquali, l’indimenticabile ‘Sindaco del terremoto’, l’ex primo cittadino di Serravalle di Chienti Venanzo Ronchetti. “E’ per me motivo di commozione ritornare qui a S.Maria in Selva – ha detto Venanzo’ nel ricordo del grande amico don Giuseppe Branchesi e dei polentari che tanto generosamente s’impegnarono a portare aiuto e sollievo alle popolazioni colpite dal sisma del ’97. E non dimentico certo quella radiosa domenica del 20 aprile 2008 sull’altopiano tra Marche ed Umbria quando i polentari da tutt’Italia dell’associazione presieduta da don Peppe distribuirono 5.000 pasti promuovendo un’importante raccolta fondi. La manifestazione intitolata ‘Il sapore della solidarietà’ (un’idea-forza elaborata da scrive ndr) ebbe la testimonianza del cardinal Ersilio Tonini, in diretta da Ravenna. E ricordo la presenza dei coniugi Ricci con i quali papa Wojtyla aveva condiviso nella baracca degli sfollati a Cesi un breve break ed una tazza di the”.

Che pensa il ‘Sindaco del terremoto’ della ricostruzione post sisma del 2016?

“Non tutto il bene del mondo sopratutto confrontandone il bilancio dopo 8 anni, pur riconoscendo gli sforzi sopratutto dei commissari Legnini ed ora del sen. Castelli. Un po’ di burocrazia è stata finalmente limata, tuttavia ad oggi solo il 50% delle opere è stato realizzato con qualcosa in più in riferimento alla ricostruzione ‘privata”.

Ma i sindaci del cd ‘cratere sismico’ non protestano?

“La collettiva anima battagliera di 27 anni fa pare essersi in effetti un po’ intiepidita. Tutto va bene, madama la marchesa? No, non tutto…”.

E negli occhi del ‘Sindaco del terremoto’ (quello del ’97 vanta una ricostruzione al 90%) brilla l’antico ‘spirto guerriero’.

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