Pene per clienti e affittuari: il Governo vuole mettere fine all’equivoco prostituzione

Fa bene Pedro Sanchez a voler chiarire l’equivoco prostituzione nel Paese. Se in pubblico non si può fare (parchi o in luoghi dove, dice la legge, rappresenta un pericolo per la sicurezza stradale), in privato fino ad ora è stato tutto tollerato (chi offre prestazioni a pagamento di sua volontà non è punibile), dimenticando che non solo che quella della prostituzione è un’industria fiorente che vale 3,7 milioni di euro ma anche del fatto che molte, quasi tutte, delle ragazze e donne che esercitano sono nelle mani di organizzazioni criminali. 

“La prostituzione è una delle peggiori forme di violenza verso le donne” ha detto il capo di Governo spagnolo che vuole adesso – ed è una priorità nell’agenda politica – multare i clienti e anche chi mette a disposizione, in affitto, i locali sove si esercita il meretricio. Non esiste però ancora un disegno di legge scritto e non si sa entro quanto tempo arriverà.

Le critiche alla misura futura arrivano da qualche onlus che sottolinea come il rischio, una volta messa fuori gioco la prostituzione, sia quello di marginalizzare le stesse lavoratrici. Se sfruttamento e favoreggiamento sono ancora reati, è però giusto che si limiti un mercato in cui, dicono i numeri che evidenziano la presenza di 1400 club nel territorio, solo Paesi asiatici superano la Spagna.

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