“Le concentrazioni record di gas serra nell’atmosfera (che hanno raggiunto nuovi massimi l’anno passato) e il calore accumulato associato hanno spinto il pianeta in un territorio inesplorato, con ripercussioni di vasta portata per le generazioni attuali e future”. Così il rapporto dell’Organizzazione meteorologica mondiale (WMO). A Glasgow, al Cop26, ne stanno parlando i grandi della terra, ma gli ecosistemi si stanno degradando a un ritmo progressivo.
L’aumento della temperatura quasi certamente non sarà contenuto entro i limiti concordati nei famosi accordi di Parigi. Il 2021 è stato il sesto anno più caldo nella storia del pianeta e il periodo compreso tra il 2015 e quest’anno il settennio più torrido in assoluto. Gli oceani dsi riscaldano e l’innalzamento del livello del mare in questo ultimo decennio è il doppio che quello a fine secolo scorso, in un periodo comparabile. Gli oceani sono sempre più acidi e non possono assorbire la stessa quantità di anidride carbonica dall’atmosfera.
I ghiacciai, in Groenlandia come in Nord America dove il fenomeno si è raddopiato negli ultimi due decenni, si sciolgono a ritmi mai visti. Un bollettino di guerra. Gli eventi metereologici estremi sono la nuova normalità: caldi eccezionali con innalzamenti medi di temperatura anche di cinque gradi e incendi annessi e piogge estreme che provocano morti e danni economici irreparabili. Dovremo convivere con le conseguenze ultime del clima impazzito e cioè i disastri economici, le guerre, la fame.