Il primo caso è successo poco dopo che nel nostro Paese è stato istituito il divieto di salire sui treni italiani senza Green Pass. Una passeggera che viaggiava sul treno ad Alta Velocità da Reggio Calabria a Milano ha preteso di dare validità a un certificato, un tampone, “fatto in casa”, e non ne ha voluto sapere di scendere dal treno come sanciscono le nuove regole. Morale della storia, gli agenti della Polizia, come da nuova prassi, hanno dovuto bloccare il treno.
La donna è stata denunciata per interruzione di pubblico servizio e rischia una condanna di un anno. L’aumento dei contagi ha portato a nuove misure di questo tipo e il caos sull’ultizzo obbligato del Green Pass segue: manifestazioni di piazza, aziende che non ammettono o addirittura licenziano lavoratori senza il certificato, lotta tra chi c’è l’ha e chi rifiuta di averlo, in televisione e sulle strade. Il Green Pass in Italia varrà d’ora in poi solo nove mesi.
In Spagna, dopo che i Tribunali Superiori hanno bocciato il certificato, il pasaporte Covid è ancora un argomento discusso: per contenere la pandemia il Governo vasco ripartirà all’attacco per introdurlo nelle attività notturne, nei concerti e in determinate attività della ristorazione. Lo stesso per Castilla y Leon e Navarra.
“Ovunque sia una misura ragionevole” come sottolinea un’altra Comunità, quella Valenciana, che è attenta sul fenomeno. Il presidente de Cantabria, Miguel Ángel Revilla, è andato direttamente al punto: “Che si vaccinino tutti, con le buone o le cattive”. E’ quanto cominciano a pensare in Italia, dove i vaccinati sono tanti, ma di meno del dato ufficiale spagnolo, pari all’89%.