Il nucleare è ormai parte della guerra che potrebbe distruggere il pianeta. Il mondo non può più azionare la leva della retromarcia, dopo gli eventi di stanotte e le dichiarazioni di ieri di Putin al presidente francese Macron (“Andremo avanti”, l’obiettivo del criminale è ricostruire la Grande Russia sterminando popoli). Il bombardamento russo, per fortuna senza conseguenze, di Zaporizhazhia, la più grande centrale nucleare in Europa, ha fatto capire, ove ce ne fosse bisogno, che il presidente russo, ormai malato di onnipotenza, non si fermerà davanti a nulla.
Quando le autorità ucraine hanno annunciato che la sicurezza “era ripristinata” (se fosse esplosa sarebbe stata una tragedia come quella di Cernobyl moltiplicata per dieci volte) l’intero pianeta ha tirato un sospiro di sollievo. Per ora e fino alla prossima azione scellerata del dittatore sovietico. “Nessun Paese al di fuori della Russia aveva mai sparato contro centrali nucleari. E’ la prima volta nella nostra storia, la prima volta nella storia dell’umanità. Questo Stato terrorista ora ricorre al terrore nucleare”, ha commentato il presidente ucraino Zelensky da Kiev, che ormai è stretta d’assedio dai russi e aspetta – è solo questione di tempo se l’Europa non interviene – la sua tragica fine.
Crimini contro l’umanità si stanno perpetrando in altre città ucraina come la ormai distrutta Kharkiv e Mariupol, dove i cittadini, rimasti senza cibo e acqua, non possono uscire. Putin continua nelle sue invettive contro le “anti-Russie”, mentre i colloqui di Brest, seconda tappa degli incontri tra mediatori dei due Paesi, potrebbero avere raggiunto l’accordo di un cessate il fuoco temporaneo per la creazione di corridoi umanitari per l’evacuazione dei civili. L’Europa continua con le misure economiche che stanno indebolendo oligarchi e gente comune: é una lotta contro il tempo, nella speranza che i numerosi oppositori in Russia al regime di Putin possano risolvere dall’interno la situazione. E’ una strada. L’altra è la Terza Guerra Mondiale, non ci sono più dubbi.