Quelli che una volta erano eroismi, cioè fare vino ad alta quota, oggi sono una soluzione al cambio climatico. Molte compagnie hanno investito in queste coltivazioni per varie ragioni: con temperature medie minori si abbassa il livello dell’alcol e con l’escursione termica aumentano i profumi e l’acidità che permette di produrre prodotti eccellenti. Senza contare il minore inquinamento che genera equilibri nuovi.
Che significa ad alta quota? A Tenerife, per esempio, si fanno vini a 1700 metri sul livello del mare, in Italia oltre mille metri ( il vitigno si chiama Prié Blanc, è a 1210 metri ai piedi del Monte Bianco), niente di combarabile con il vigneto tibetano che è a 3563 metri d’altezza. In Argentina, in provincia di Salta, si fa vino a 3111 metri, sempre in Spagna a sud-est di Granada si produce a 1368 metri, e sempre in Italia, stavolta del Sud, parliamo della Calabria, in provincia di Cosenza, nel cuore del Parco Nazionale della Sila, si coltiva a 1300 metri.