“Tra Paradiso e Inferno” è una delle mostre europee più importanti dell’anno (Museo delle Belle Arti di Budapest, sarà aperta fino al 17 di luglio). Laszlo Baan, curatore dell’esposizione, è riuscito a mettere insieme i capolavori sparsi nelle gallerie di mezzo mondo di Hieronymus Bosch: sono solo venti i suoi capolavori che si pensa che dipinse, il che fa la mostra ungherese unica.
Da Bruges è arrivato il trittico “Giudizio finale”, dal Louvre “La nave dei pazzi”, da Francoforte “Ecce Homo” (hanno presto capolavori anche il Metropolitan di New York, Rijksmuseum di Amsterdam, la londinese National Gallery, il Paul Getty Museum di Los Angeles, la Fondazione Lázaro Galdiano di Madrid).
Opere che con una ottantina di lavori della sua Scuola compono la mostra divisa in sezioni: la prima si riferisce all’epoca tra il Medioevo e l’Età moderna in cui dipinse Bosch, la seconda, basata su “La nave dei pazzi” è sulla natura umana, la terza è quella visionaria sul Giudizio finale. Bosch ha raffigurato un’umanità unica nel suo genere, con esseri indefiniti e ibridi e animali mai esistiti, un’opera dai significati occulti.