E’ la fine di un incubo, anche se 74 giorni di carcere potevano forse anche essere ricompensati con più di 22mila euro. Greta Gila, arrestata il 22 marzo del ’19 per presunto possesso di undici chili di cocaina, è stata scagionata dalle accuse grazie al lavoro dell’avvocato Massimiliano Scaringella (che ha la famiglia di origini ungheresi). Ma questi tre anni di paura chi li restituisce alla modella ungherese?
Greta afferma, a vicenda conclusa, di essere però “contenta da un punto di vista morale, perché la Corte ha precisato che non ho fatto nulla di male”. Dopo la detenzione e l’obbligo di dimora, Scaringella le ha trovato casa e lavoro, prima cameriera in un pub e poi commessa in un negozio di abbigliamento. Qualcosa per ricominciare e dimenticare l’abbaglio degli inquirenti che l’hanno poi spedita nel carcere di Civitavecchia per più di due mesi: pensavano che quella partita di droga portata in aeroporto a Roma da una costumista fosse diretta proprio a lei. Ma Greta quella signora non l’aveva mai vista.
Adesso vive tra Ungheria, Francia e Belgio, dipinge e studia. Dei 100mila euro richiesti di compensazione, le è stata accordato solo un quinto. Un po’ poco per 74 giorni dietro alle sbarre con un’accusa così infamante.