(articolo di Maurizio Verdenelli) – No, san Giovanni Paolo II non si sorprese quel giorno di marzo del ’91 a Camerino sulla piazza dominata dalla statua di papa Sisto (ancora adornata da tutte le formelle) da quella stretta di mano del vicesindaco non inginocchiato ai suoi piedi come tutti gli altri. Sì era – sì! – meravigliato (ricordo gli occhi spalancati all’improvviso dopo un moto di stanchezza) per l’inattesa bellezza del frontale del Duomo ma non del mancato bacio dell’anello di Gaeta avvocato Giovanni che ieri ad 87 anni ci ha lasciato.
Un bis sotto il cielo serale camerinese di ciò che era avvenuto in mattinata a San Severino Marche quando Karol Wojtyla era sceso in elicottero sul prato erboso del campo sportivo. E davanti a lui erano sfilati gli amministratori dei comuni dell’arcidiocesi, compreso Vittorio Sgarbi che, sotto gli occhi severi del vescovo Gioia, in qualche maniera aveva chiuso con successo un incidente ‘diplomatico’ da lui aperto con alcune critiche mosse al pontefice.
Gaeta, materano tutto d’un pezzo (a Camerino era arrivato, adolescente, al seguito del padre ispettore scolastico), era abituato al rispetto, ma certo non alla genuflessioncella. Titolare di uno studio legale presto tra i primissimi in città, presidente dell’Ordine forense, Giovanni era stato pure un importante politico militando nel Pri. Giammai un politicante.
Da sindaco, una correttezza ed una rigidità esemplare ed intransigente nel rispetto totale di leggi e regolamenti, quasi da protorivoluzionario francese. Naturalmente non venne riconfermato, ma non era nelle sue aspirazioni, certo. Schiena diritta, sguardo diritto, nel 1975 aveva esordito sui banchi del Consiglio provinciale di Macerata e poi in quelli della giunta come assessore ai LL. e poi vicesindaco fino all’80.
L’anno dopo, da consigliere comunale, era stato eletto sindaco mandando all’opposizione, dopo 30 anni, la Democrazia Cristiana. Divenuto sindaco colui che veniva definito per carisma ‘Il Duca Varano’, il consigliere regionale avv. Emanuele Gridantini, Gaeta ne era stato appunto il vice dal ’90 al ’93.
Dopo l’addio alla politica, il lungo operare professionale – in casi nazionali clamorosi come quello intorno al docente Unicam, Capizzano – coadiuvato dai figli Giuseppe e Rosella. Pochi amici ma legati da affetto e condivisione profonda come Luigi Avi, insegnante e giornalista: hombre vertical come lui, Giovanni Gaeta materano con l’anima camerinese.