Una stagione superlativa, quella del Tolentino, che dimostra come una buona programmazione e un ambiente sano possono portare a risultati sportivi eccellenti. E peccato che la sfortuna abbia fatto capolino proprio nella gara più importante, quella con la Sambenedettese: un tiro in porta e finale, contro il Trastevere a Roma, mancata dopo averla assaporata. Come dice giustamente il presidente dei cremisi, l’avvocato Marco Romagnoli, si è trattato “di una sconfitta immeritata, il porteire avversario ha fatto tre autentici miracoli”.
Ma è su un altro aspetto, quando gli chiedono di chi sarà riconfermato la prossima stagione, che Romagnoli mette in evidenza la forza del gruppo, “bravi ma soprattutto persone oneste”. Una parola e un complimento che in categorie superiori non si ascolta più, ma che a Tolentino è l’essenza dell’agonismo: partiti con l’obiettivo di una salvezza tranquilla, i cremisi si sono poi ritrovati lassù, a mettere paura alle grandi (che dal principio avevano altre ambizioni e, vale la pena di ricordarlo, tutt’altro tipo di budget) e a giocare un calcio piacevole.
Merito dei giocatori, ma soprattutto di mister Andrea Mosconi, a meno di grandi sorprese riconfermatissimo.”Era già un miracolo arrivare fin qui – ha detto l’allenatore dopo la partita con la Samb – Abbiamo fatto una grande partita contro una grande squadra. Siamo una banda di ragazzi, abbiamo combattuto da eroi, sono orgoglioso di aver condiviso il campo di battaglia con i miei calciatori” e ha concluso: “Le occasioni migliori le abbiamo avute noi”.