Da cinque tonnellate di grano al mese dall’Ucraina adesso ne parte solo un milione. Colpa della guerra perchè quei bastimenti partono da Odessa, oggi bloccata nelle esportazioni alimentari. Ciò significa la fame per parte del pianeta.
Negli ultimi cinque anni le persone sotto la soglia di povertà sono raddoppiate nel mondo: è stato il conflitto che colpisce l’Ucraina certo, ma anche i fenomeni climatici che tra Stati Uniti, Cina e Europa (scarsità di piogge o inondazioni) che mettono sul lastrico interi Paesi. C’è grande preoccupazione al riguardo. Almeno 55 nazioni dipensono dal grano ucraino e di questi 36 soffrono ora crisi alimentari.
Commenta il vicepresidente Fao, l’italiano Maurizio Martina in un’intervista al Corriere, che “accanto al problema delle tonnellate di beni agricoli primari come grano e mais fermi da settimane nei porti, e che rischiano di deperire con il passare dei giorni, se i prezzi rimangono così alti l’accesso diventa sempre più difficile per le agricolture dei Paesi in via di sviluppo e gli impatti saranno molto problematici con diminuzioni drastiche dei raccolti”.
“Come ha stimato la banca mondiale un aumento dell’un per cento dei prezzi alimentari di base può significare almeno dieci milioni di persone a rischio fame”. Non si possono sostituire i porti con spedizioni di altro genere.