(articolo di Maurizio Verdenelli) – Il fantasma dell’Opera (sua propria la definizione che mi consegnò nel corso di un’intervista, anni fa, prima del suo ritorno in Arena in ‘Carmen’) è tornato a farsi sentire. Con ottimi motivi, peraltro. Il progettato museo Ferretti per la scenografia sarebbe un punto di riferimento internazionale che con Musicultura e la Stagione Lirica nell’incanto unico dello Sferisterio farebbe di Macerata una nuova Spoleto. Anzi una Spoleto plus, visto che la pur splendida Città del Festival dei Due Mondi, un’Arena carica di storia come quella maceratese certo non ce l’ha.
“Macerata che amo, dovrà forse aspettare la mia morte per vedere il Museo Ferretti?!” chiede Dante con riferimento al progetto nato nel clima della campagna elettorale pronubi David Miliozzi, l’ex sindaco Romano Carancini e, se vogliamo, Adolfo Guzzini. Che partecipò anch’egli ad un sopralluogo collettivo all’ex cinema Corso, indicato come deputato ad ospitare l’erigendo museo.
Con la sconfitta del centro-sinistra, la pur ottima iniziativa non andata peraltro completamente perduta, si era scontrata con l’eterno problema del reperimento fondi extra all’interno di un bilancio comunale praticamente ingessato dall’ordinaria amministrazione e dai costi fissi del personale. Una buona rassegna sulla storia della scenografia con Ferretti chiaramente al centro, è stato l’elemento ‘compensativo’ servito al momento le non tumultuose acque locali. Con Dante ad osservare il panorama da Roma, senza commenti.
Rimbrottato invece dalle pubbliche autorità, al solito, il vostro cronista per aver sollevato il caso. Che ha visto soccombere consecutivamente per la seconda volta il maceratese più famoso nel mondo, dopo il niet regionale a finanziarne la regia illuminotecnica che avrebbe certo impreziosito il capoluogo, con una tale griffe.
Già, ma se non ci sono i soldi, che fare? Eppure ci sarebbero: sono quelli del Pnrr. In campagna elettorale, si parlò a vantaggio del centrodestra del ticket Acquaroli-Parcaroli. E pretendere fondi per rilanciare Macerata città culturale e il suo centro storico nel nome del ‘genio delle scene’ più premiato di Hollywood, mi appare ‘mission possible’. O no? In alternativa ci sarebbe pur sempre, come noto, Civitanova Marche a caccia di nuovi brand maceratesi dopo Lube…
Nell’attesa Dante si consola con la mostra a lui dedicata dalla sua ex scuola, il liceo artistico ‘Cantalamessa’ grazie pure allo stesso Miliozzi, docente dell’istituto e suo biografo.