“La scomparsa del maestro Luigi Balducci lascia un vuoto incolmabile nel mondo dell’arte settempedana. Con lui se ne va la più importante figura di artista del panorama culturale locale del secondo Novecento. Una grande perdita che merita sicuramente di essere celebrata ed è per questo che l’Amministrazione comunale ha già deciso di organizzare, prossimamente, una mostra con le sue opere con il consenso della famiglia cui va la vicinanza di tutta la nostra comunità”. L’assessore alla Cultura e vice sindaco del Comune di San Severino Marche, Vanna Bianconi, ha così ricordato lo scultore Balducci scomparso nei giorni scorsi all’età di 99 anni.
Nel giardino della propria abitazione da sempre fanno bella mostra le sue sculture che affascinando per la profonda espressione creativa e l’utilizzo magistrale dei materiali. Era un “autodidatta di ingegno”, come ha amato definirlo il critico e giornalista Alberto Pellegrino, sottolineando che”“per tutta la vita Balducci ha lavorato rimanendo costantemente fedele alla sua orinale personalità, alla sua visione della vita e dell’arte, mettendo nello stesso tempo sempre in discussione le sue opere per arrivare a nuove scoperte, a nuove invenzioni o reinvenzioni, sempre pronto al cambiamento, sempre fedele a un suo tormento interiore”.
Nell’analizzare la sua evoluzione artistica, un altro critico, Nevio Iori, ha scritto di Balducci: “Solo chi non accetta l’arte come gioco, ma come sublimazione del naturale in sé perché continua contrapposizione fra il reale e il metafisico, fra il naturale e il surreale per trarre metamorfosi del pensiero fatto forma, dello spirito che plasma cose per fermarle nello spazio, nel tempo, nell’anima del prossimo, ha dubbi e tormenti”.
Minatore, operaio, artigiano del marmo e del legno, partigiano e attivista politico, Balducci ha lasciato comunque un segno indelebile nel mondo dell’Arte e non solo.