Molto rumore per nulla. E un inseguirsi di voci, vocine e pettegolezzi, sulla vicenda Eurobuilding, che l’amministrazione comunale ha dovuto convocare una conferenza stampa per riaffermare l’ovvio, e cioè che sulla riqualificazione urbanistica del Porto la governance è e può solo essere del Comune e che i diritti esistenti, leggi concessioni, verranno salvaguardati.
Il bello della questione è che l’amministrazione non aveva mai detto il contrario, ma sulle dicerie cittadine bisognava prima o poi fare chiarezza. Riepiloghiamo in sintesi i fatti. Un imprenditore, Antonelli di Eurobuilding, presenta un progetto per costruire e modernizzare lo skyline del Porto. Non si accorda con l’amministrazione, ma va avanti per conto suo, convocando una conferenza stampa e presentando il rendering del Porto del futuro. E’ pienamente legittimo, ma senza alcuna esecutività. L’opposizione fiuta che la questione è molto sentita dai cittadini (cambierebbe il volto della città), protesta e accusa. Un comitato di cittadini comincia a raccogliere firme. La questione comincia ad essere bollente, ma il fuoco – una delibera comunale, una dichiarazione inequivocabile, una chiara manifestazione d’interessi – non è mai stato acceso.
E siamo alla conferenza stampa, in cui il sindaco Fabrizio Ciarapica ha riassunto lo stato delle cose: “La governance in queste operazioni è del Comune. Il percorso su un progetto del genere deve essere condiviso con la città e le associazioni di settore. Nessuno ha mai detto che l’amministrazione voleva revocare le concessioni”, aggiungendo che lo studio dell’università di Camerino sul Porto, commissionato tempo fa, sarà il punto di partenza sul quale ci si confronterà con la città e le parti in causa.
Ciarapica sottolinea anche la strumentalizzazione politica della vicenda. E si ferma su un punto: “La sinistra sul Porto non ha mai speso un euro in trentanni” e, aggiungiamo noi, magari vuole che si continui a non spendere e tenere tutto com’è, nei secoli dei secoli amen.